mercoledì 6 novembre 2013
Saluti dai geografi
Buongiorno a tutti,speriamo che vi piaccia quello che facciamo.
In questo blog viaggeremo e vi faremo viaggiare per posti diversi.
Se vi divertirete,potete farlo ancora.
State sicuri tanto non scappiamo!!
martedì 5 novembre 2013
Il primo GEOGRAFO
La GEOGRAFIA un dono di Eratostene
Noi ci consideriamo esploratori. E sappiamo bene
che una scienza importantissima nella nostra attività è la geografia.
Ma
sappiamo anche che origine ha questo nome? Risale al III secolo a.C. ed è stato
inventato dallo scienziato greco Eratostene (vissuto tra il 266 a.C. e il 194
a.C.) che ha unito le parole “geo”, che significa “terra” e “graphein” che
significa scrivere. Per noi oggi è facile usare la parola geografia ad esempio
quando si parla di punti cardinali, cartine fisiche e mappe …
Anticamente,
invece, non era così: era fondamentale rappresentare con un disegno quello che
del Mondo si esplorava e conosceva.
Ma erano già
veramente avanti! Lo stesso Eratostene pensava già che la terra fosse sferica e
riuscì a misurarne addirittura la circonferenza, sbagliando solo di un migliaio
di chilometri, sui circa 40.000 totali.
Pitagora , invece, pensava fosse piatta.
Qualche secolo dopo Tolomeo, vissuto nel I
secolo d.C., divise il mappamondo in spicchi, in 380 spicchi quasi come lo
vediamo noi oggi, ma non era d'accordo con la misurazione di Erastotene: si
sbagliava! Eratostene era stato bravissimo per allora.
Una delle
prime mappe del mondo è stata fatta nel 500 a.C. da Ecateo.
Ecateo
era uno storico greco che disegnò una mappa terrestre circolare. Lo storico mise
al centro della mappa la sua città natale, Mileto in Asia minore e i territori
fino ad allora conosciuti circondati dall'oceano. Oggi noi sappiamo che non è
proprio così, ma siamo fortunati abbiamo tanti strumenti e possiamo viaggiare
nello spazio, e vedere davvero il nostro pianeta, ma loro no!
Pitagora , invece, pensava fosse piatta.
Il geografo
Il Piccolo Principe (di Antoine de Saint-Exupéry)
XV
Il
sesto pianeta era dieci volte più grande.
Era
abitato da un vecchio signore che scriveva degli enormi libri.
"Ecco
un esploratore", esclamò quando scorse il piccolo principe.
Il
piccolo principe si sedette sul tavolo ansimando un poco.
Era
in viaggio da tanto tempo.
"Da
dove vieni?" gli domandò il vecchio signore.
"Che
cos'é questo grosso libro?" disse il piccolo principe. "Che cosa fate
qui?"
"Sono
un geografo", disse il vecchio signore.
"Che
cos'é un geografo?"
"É
un sapiente che sa dove si trovano i mari, i fiumi, le città, le montagne e i
deserti".
"É
molto interessante", disse il piccolo principe, "questo finalmente é
un vero mestiere!"
E
diede un'occhiata tutto intorno sul pianeta del geografo. Non aveva mai visto
fino ad ora un pianeta così maestoso.
"É
molto bello il vostro pianeta. Ci sono degli oceani?"
"Non
lo posso sapere", disse il geografo.
"Ah!
(il piccolo principe fu deluso) E delle montagne?"
"Non
lo posso sapere", disse il geografo.
"E
delle città e dei fiumi e dei deserti?"
"Neppure
lo posso sapere", disse il geografo.
"Ma
siete un geografo!"
"Esatto",
disse il geografo, "ma non sono un esploratore. Manco completamente di
esploratori. Non é il geografo che va a fare il conto delle città, dei fiumi,
delle montagne, dei mari, degli oceani e dei deserti. Il geografo é troppo
importante per andare in giro. Non lascia mai il suo ufficio, ma riceve gli
esploratori, li interroga e prende degli appunti sui loro ricordi. (...) è importante che l'esploratore fornisca
le prove. Per esempio, se si tratta di una grossa montagna, si esige che
riporti delle grosse pietre".
All'improvviso
il geografo si commosse.
"Ma
tu, tu vieni da lontano! Tu sei un esploratore! Mi devi descrivere il tuo
pianeta!"
E
il geografo, avendo aperto il suo registro, temperò la sua matita. I resoconti
degli esploratori si annotano da prima a matita, e si aspetta per annotarli a
penna che l'esploratore abbia fornito delle prove.
"Allora?"
interrogò il geografo.
"Oh!
da me", disse il piccolo principe, "non é molto interessante, é
talmente piccolo. Ho tre vulcani, due in attività e uno spento. Ma non si sa
mai".
"Non
si sa mai", disse il geografo.
"Ho
anche un fiore".
"Noi
non annotiamo i fiori", disse il geografo.
"Perché?
Sono la cosa più bella".
"Perché
i fiori sono effimeri".
"Che
cosa vuol dire <effimero>?"
"Le
geografie", disse il geografo, "sono i libri più preziosi fra tutti i
libri. Non passano mai di moda. É molto raro che una montagna cambi di posto. É
molto raro che un oceano si prosciughi. Noi descriviamo delle cose
eterne".
"Ma
i vulcani spenti si possono risvegliare", interruppe il piccolo principe.
"Che cosa vuol dire <effimero>?"
"Che
i vulcani siano spenti o in azione, é lo stesso per noi", disse il
geografo. "Quello che conta per noi é il monte, lui non cambia".
"Ma
che cosa vuol dire <effimero>?" ripeté il piccolo principe che in
vita sua non aveva mai rinunciato a una domanda una volta che l'aveva fatta.
"Vuol
dire <che é minacciato di scomparire in un tempo breve>".
"Il
mio fiore é destinato a scomparire presto?"
"Certamente".
Il
mio fiore é effimero, si disse il piccolo principe, e non ha che quattro spine
per difendersi dal mondo! E io l'ho lasciato solo!
E
per la prima volta si sentì pungere dal rammarico. Ma si fece coraggio:
"Che
cosa mi consigliate di andare a visitare?"
"Il
pianeta Terra", gli rispose il geografo. "Ha una buona
reputazione..."
E
il piccolo principe se ne andò pensando al suo fiore.
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